venerdì 19 marzo 2010

Calcio e traumi da stress: frattura metatarsale





Calciatori alle prese con uno dei traumi da stress più frequenti: focus sulla frattura metatarsale. Principali fattori di rischio: piede cavo, sforzo eccessivo e calzature inadeguate. Il Dott. Alfredo Ceccarini scioglie le riserve: "Il continuo impatto con il terreno, tipico in uno sport come il calcio, determina uno stress meccanico reiterato"

p.b.

La frattura metatarsale rientra a pieno titolo nel novero dei cosiddetti traumi da stress, che si manifestano soprattutto negli sportivi che praticano la corsa. Tra questi i calciatori, solitamente portati a spingere sulle dita dei piedi, con conseguente stress meccanico sulle teste metatarsali (in particolare 2°, 3° e 4° metatarso ndr). Nell'ottica dei fattori di rischio, va menzionato il continuo contatto con il terreno di gioco, che determina un'eccessiva sollecitazione della regione metarsale. Nella maggior parte dei casi, l'insorgenza del dolore è spia rivelatrice della presenza di un trauma da sovraccarico. "I calciatori spingono molto sulle dita dei piedi, sottoponendo le teste metatarsali ad un grande stress. In particolar modo, il 2°, il 3° e 4° metatarso sono assai soggetti a fratture, a causa delle loro sottili dialisi" , l'analisi del Dott.Alfredo Ceccarini (nella foto, a destra).
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Nello specifico, accade che il continuo impatto con il terreno di gioco, determina uno stress meccanico reiterato sulle teste metarsali, con evidenti ripercussioni ad altre strutture.
In questo contesto, s'inseriscono i fattori di rischio, enucleati in modo coinciso dallo specialista, il Dott. Ceccarini: "Scarpe inadeguate nell'assorbire gli urti, sforzo eccessivo e costante contatto con il terreno di gioco". Sul piano della sintomatologia, va sottolineato il dolore, specie nella zona dell'avanpiede e conseguente ad un'eccessiva attività sportiva da sovraccarico. Per quanto riguarda la diagnostica, l'esame rx potrebbe non bastare e rendere necessaria una scintigrafia ossea. Sono rari i casi in cui la terapia non riesce a risolvere la lesione: a quel punto, è opportuno un'immobilizzazione in gesso. I tempi di recupero variano da 3 a 12 settimane.

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