
L’endocrinologia al servizio dello sport: obiettivo, conservare una buona tenuta fisica nel tempo. Il Dott. Antonio Aversa, Endocrinologo a Villa Stuart: “Occorre prevenire l’insorgenza di malattie endocrine”
Di Paolo Brandimarte
La longevità sportiva è quel complesso di intensa vitalità, potenza fisica e volontà che permette all’atleta di competere ad alti livelli per un periodo piuttosto lungo.
La storia abbonda di esempi di lampante longevità sportiva: Francesco Moser e George Foreman, Merlene Ottey, Josefa Idem e Valentina Vezzali, passando per i “sempreverdi” Zanetti, Del Piero, Inzaghi.
Il segreto di una straordinaria tenuta fisica negli anni dipende da determinati fattori tra cui genetica, stile di vita, alimentazione corretta, normali livelli ormonali e una vita sessuale soddisfacente.

Alessandro Del Piero, bandiera della Juventus
Dott. Aversa, l’endocrinologia trova sempre più spazio in ambito sportivo. Con quali benefici?
“L’endocrinologia funzionale contrasta il rischio di malattie endocrine, responsabili dell’invecchiamento fisico e muscolare dell’atleta. Attraverso il controllo di fenomeni patologici quali ipotiroidismo, riduzione dei livelli di testosterone nell’uomo, disturbi mestruali, fragilità ossea e muscolo tendinea, l’endocrinologia aiuta a conservare una buona tenuta fisica nel tempo”.
In che modo?
“Occorre adottare una precisa scelta terapeutica: prevenzione delle malattie endocrine e normalizzazione dei livelli ormonali alterati”.

Il Dott. Antonio Aversa, Medico Chirurgo - Specialista in Endocrinologia
Quali sono le patologie endocrine più ricorrenti nell’atleta?
“Nel fisiologico processo d’invecchiamento dell’atleta si assiste a una riduzione dei livelli di testosterone circolante ed un possibile esaurimento ‘funzionale’ dell’ormone della crescita.
Nelle donne che praticano sport, la condizione più frequente è rappresentata dalle tiroiditi autoimmuni, mentre l’uso dei contraccettivi orali deve essere valutato attentamente. La ridotta tolleranza ai carboidrati (diabete latente, ndr), in genere si riscontra negli individui geneticamente predisposti. Le suddette condizioni possono determinare fragilità ossea e muscolo tendinea.
Ancora, nel soggetto non allenato e/o esposto a sovraccarico, l’eccessiva produzione di radicali liberi può incidere negativamente sulla performance”.
Lo sportivo può essere danneggiato dall’eccessiva produzione di radicali liberi?
“Nel corso dell’attività sportiva, l’aumento del consumo di ossigeno ha un duplice risvolto: soddisfa le richieste energetiche ed al contempo, intensifica la produzione di agenti ossidanti (radicali liberi). Per questa ragione, l’eccessiva produzione di radicali liberi induce all’indolenzimento muscolare, minando al tempo stesso le difese dell’organismo”.

Una condizione fisica invidiabile e duratura. Quali consigli si sente di dispensare?
“L’assunzione di antiossidanti (vitamina E, C, acido lipoico), è una strategia efficace per migliorare le prestazioni sportive. Non dimentichiamo che un utilizzo improprio di antiossidanti può determinare effetti opposti a quelli indicati. Non va poi trascurato il valore di un’alimentazione corretta, basata sui principi della dieta mediterranea (largo consumo di legumi, frutta, verdure, cereali e ridotto consumo di grassi saturi). Anche un’ attività sessuale soddisfacente rappresenta un metodo naturale per mantenere il benessere delle ghiandole endocrine”.
Per info e contatti:Dott. Antonio Aversa
Casa di Cura Villa Stuart -www.villastuart.it
Tel. 06. 355281
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