mercoledì 20 aprile 2011

Lussazione traumatica di spalla ed instabilità acquisita nello sportivo




Sportivi alle prese con instabilità di spalla. Tra i più colpiti, gli atleti di “lancio” (tennis, golf, baseball e pallamano). Trauma diretto o indiretto: le cause all’origine della lussazione traumatica.
Con il contributo del Dott. Domenico Creta, Medico Chirurgo Specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione


(p.b.)

Dott. Creta, che cos’è la lussazione di spalla?
“Per lussazione di spalla s’intende la fuoriuscita totale della testa omerale dalla cavità glenoidea. Tale fuoriuscita, genera un danno di variabile entità delle strutture capsulo – legamentose e del labbro glenoideo; quest’ultimo, ha il compito di mantenere la testa omerale nella sua sede”.

Quali sintomi si osservano nei soggetti con lussazione post traumatica di spalla?
“Dolore ed impotenza funzionale costituiscono segni di grande rilevanza. L’infortunato autosostiene il braccio traumatizzato con l’ausilio dell’arto superiore in posizione di lieve abduzione ed intra rotazione”.

Instabilità di spalla. Quali i fattori di rischio?
“In quest’ottica, l’età gioca un ruolo di rilievo: con la giovane età, aumenta il rischio di instabilità di spalla. Altri fattori di rischio attengono alla gravità del primo episodio di lussazione, in quanto, più essa è grave, maggiore è il rischio. Vanno poi menzionati l’immobilizzazione di breve durata, distacco anteriore del labbro glenoideo e difetto osseo della superficie postero – laterale della testa dell’omero”.

Sportivi esposti al rischio d’instabilità di spalla. Quali i motivi?
“Gli atleti, specialmente se dediti ad attività sportive di “lancio”come baseball, tennis, pallamano, golf, lancio del giavellotto e calcio, con chiaro riferimento al ruolo del portiere, possono sviluppare un’instabilità di spalla a causa della ripetitività del gesto atletico, con danni a carico delle strutture stabilizzanti anteriori.
In fase di carico ed attività di lancio, lo sportivo tende a ruotare eccessivamente l’omero oltre la posizione fisiologica, con conseguente elevata tensione sul sottoscapolare e sulle strutture capsulo – legamentose anteriori”.


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Diagnosi e danni associati: attraverso quali esami strumentali?
“Al fine di individuare eventuali alterazioni anatomiche, vengono disposti i seguenti esami strumentali: radiografie con specifiche proiezioni, RMN o Artro RMN e TC in caso di sospetta frattura ossea”.

Da un punto di vista chirurgico, quali sono le tecniche utilizzate?
“Le tecniche chirurgiche possono essere aperte, attraverso una piccola incisione cutanea, oppure chiuse, per mezzo di un approccio artroscopico. Nel caso di una lesione di Bankart, ad esempio, le tecniche chirurgiche hanno lo scopo di suturare le strutture capsulo legamentose lesionate (antero inferiori, ndr), in modo da recuperare la funzione della spalla”.

In caso di lussazione traumatica gleno omerale, che genere di trattamento viene adottato?
“Il tipo di trattamento suggerito dipende dall’età del paziente e dalla sua storia clinica. Ad ogni modo, occorre riposizionare rapidamente la testa dell’omero nella sua sede, attraverso precise manovre. Così facendo, viene scongiurato il rischio di danneggiamento a carico di vasi, nervi e strutture ossee. Una volta esclusa l’eventuale presenza di lesioni vascolari, neurologiche, tendinee ed ossee, si consiglia un’immobilizzazione del braccio in tutore, per un periodo di circa tre settimane. Nei pazienti più anziani, invece, il periodo di immobilizzazione è ridotto e si aggira intorno alle due settimane”.

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