venerdì 25 marzo 2011

L' EPICONDILITE




I giocatori di basket soggetti ad epicondilite, un’infiammazione dei tendini. Sintomi, diagnosi, cause e trattamento. Il Dott. Alessandro Caprio apre alla terapia dei Fattori di Crescita: “Una metodica che accelera i processi di guarigione”

Dott. Caprio, quali sono gli aspetti salienti dell’epicondilite?
“L’epicondilite è un’infiammazione dei tendini, ascrivibile al novero delle tendinopatie. Si tratta di una patologia degenerativa della giunzione osteo tendinea, causata da movimenti ripetuti ed intensi. Inoltre, viene definita inserzionale, visto che, interessa l’inserzione su una parte laterale dell’osso del gomito (epicondilo, ndr)”.

L’epicondilite coinvolge diversi muscoli. Come differenziare le varie forme patologiche?
“Innanzitutto, va fatto un doveroso distinguo: in base ai muscoli interessati, l’epicondilite può essere radiale e/o omerale, laterale, mediale e posteriore”.

Tennisti, golfisti ma anche giocatori di basket. Come giustifica l’elevata incidenza di questa patologia tra i cestisti?
“Questa patologia colpisce principalmente tennisti e golfisti. Non a caso, l’espressione “gomito del tennista” è assai diffusa nel panorama medico – sportivo. L’infiammazione però, miete “vittime” anche in altre discipline sportive (baseball, scherma e nuoto) e non risparmia i giocatori di basket, i quali, per ovvie ragioni, utilizzano in maniera eccessiva i tendini della parte esterna ed interna del gomito”.


Veniamo alla sintomatologia. Come si manifesta l’epicondilite?

“Il sintomo più evidente coincide con un dolore localizzato nella regione laterale del gomito, a livello proprio dell’epicondilo, che si irradia in alcuni casi anche lungo il bordo radiale dell’avambraccio. In più, è possibile che il paziente lamenti una sensazione di debolezza all’altezza del braccio, ravvisabile nel momento in cui si compiono sforzi e movimenti”.

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In che modo viene condotta la diagnosi?
“Generalmente, si procede all’esame clinico, in modo da inquadrare le cause responsabili di tale patologia. In questo senso, è buona norma affidarsi alla palpazione diretta dell’epicondilo radiale – omerale, indagando anche sulla presenza di un’eventuale tumefazione. L’insorgenza del dolore viene constatata sollecitando i movimenti nel paziente (estensione del polso e pronazione passiva con polso flesso). Infine, con la patologia in fase avanzata, si procede ad indagini radiologiche”.


Epicondilite: quali le cause scatenanti?
“La patologia in esame può dipendere da un singolo trauma oppure da una serie di microtraumi. Quest’ultimi, generati da movimenti ripetuti e gesti tecnici errati. Esistono poi altri fattori in grado di determinare l’insorgenza dell’epicondilite ossia le patologie a carico del tunnel carpale, artrosi cervicale e tendinite della cuffia dei rotatori”.


Che genere di trattamento si privilegia in questi casi?

“Per far fronte a questa patologia, viene preferito un atteggiamento di tipo conservativo. In genere, vengono somministrati farmaci antinfiammatori, a cui si accompagnano fisioterapia e terapie antalgiche (laser, ultrasuoni, ecc.), in grado di risolvere la situazione dolorosa. Non va poi dimenticata la bontà dei fattori di crescita, una metodica che accelera i processo di guarigione, riducendo così i tempi di recupero”.

A proposito della tecnica dei fattori di crescita. In che cosa consiste?
“Si effettua un normale prelievo di sangue al paziente. Il sangue viene poi inserito in una centrifuga, un dispositivo digitale in grado di separarne le componenti in breve tempo. Successivamente, si preleva lo strato ricco di piastrine con il siero contenente i fattori di crescita, in modo da applicarlo sulla regione interessata; una metodica particolarmente indicata per la cura di molte patologie che affliggono gli sportivi”.

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